Nell’ambito del territorio comunale si ha menzione dell’esistenza di ben cinque associazioni di Pubblica Assistenza e Soccorso, funzionanti a fianco delle altre associazioni popolari di Mutuo Soccorso fra Marittimi ed Operai, nonché delle Cooperative.

La società’ di Pubblica Assistenza di Lerici e la Società di Pubblica Assistenza di San Terenzo risultano funzionanti dal 1899; non si conosce la data di fondazione dell’associazione di Pugliola.

Successivamente dall’associazione di Pugliola fu aperta una sezione a Serra, che divenne autonoma nel 1921.

Dall’associazione di Lerici fu aperta una sezione in Tellaro, che divenne autonoma nel 1927. La nascita delle associazioni della seconda metà dell’ottocento ha matrice storica nelle forze popolari.

Giuseppe Garibaldi, accettando di deporre le armi nell’Italia unificata, continuò la propria missione per preparare una nuova Italia, democratica e repubblicana, predicando la necessità di un associazionismo popolare, volto a risolvere i problemi pratici legati ai bisogni delle popolazioni.

Anche Mazzini, pur rifiutando di collaborare nell’Italia monarchica, sostenne l’associazionismo popolare; ne è testimonianza in Lerici il contributo che lo stesso inviò da Londra nel 1863 al Segretario della Pia Congregazione di Carità per la costruzione del nuovo ospedale.

Durante l’epidemia di colera in Napoli, i “garibaldini” , depositate le armi, iniziarono il servizio di barellieri, soccorrendo le popolazioni con i carretti a mano e ippotrainati.

Il seme si moltiplicò e nel 1892, in La Spezia, si ebbe il 1° Congresso Nazionale delle Associazioni di Pubblica Assistenza e Soccorso.Ancora oggi la Liguria è la regione italiana che vanta il più grande numero di associazioni di Pubblica Assistenza e Soccorso (31.6% del totale nazionale).

Mancano notizie sulla nascita di detto movimento nel nostro comune. Si sa comunque che la politica militare di Cavour volle nel 1852 trasferire da Genova a La Spezia la Marina Militare.

Furono necessarie grandi opere di architettura militare e civile e fu necessario richiamare in loco operai, scalpellini, muratori provenienti da varie regioni italiane, ma soprattutto dalla Toscana.La tradizione orale vuole che sia stata fondata in “Legua” , da scalpellini ed operai anarchici, l’associazione di Lerici.Sempre la tradizione orale tramanda che anarchico fu il primo presidente, mentre in seguito subentrarono altri di fede massonica.

Non esistendo più’ gli archivi di dette associazioni, chiuse dal fascismo che aveva delegato per legge tutte le funzioni delle pubbliche Assistenze alla Croce Rossa Italiana, resta molto difficile avere notizie precise.

La paura della repressione fece occultare tutti i documenti, la guerra aggravò poi tale situazione.Attualmente sono stati restituiti da un anonimo due libri della Pubblica Assistenza di Pugliola che , uniti ai tre ritrovati sulla Pubblica Assistenza di Lerici nel dopoguerra, costituiscono fonti attendibili della vita di dette associazioni nel nostro territorio.

Dalla lettura di detti documenti appare uno spaccato di vita sociale dell’epoca; emerge un eroismo quotidiano, volto a colmare le gravi privazioni delle popolazioni.

Viene documentato il trasporto dei malati e dei feriti, la cura domiciliare dei malati, il servizio funebre, l’assistenza in denaro ai bisognosi, la partecipazione al soccorso di popolazioni danneggiate da cataclismi, il servizio antincendio, la gestione dei dormitori pubblici, la gestione di bagni pubblici, la distribuzione di viveri, la celebrazione di sagre e di fiere di beneficenza, la questua per sopperire a gravi necessita’ personali o collettive.

La lettura di detti documenti è ricca di spunti per i collegamenti fra la storia e la microstoria.Un grande senso di commozione nasce nel verificare con quanta nobile immediatezza venissero accolte le grida di aiuto delle vedove, con quanta serietà si discutesse di come spendere al meglio le magre risorse delle questue, con quale costanza si tentò di difendere il principio della areligiosità e della apoliticità delle associazioni.

Poco si sa della fine delle associazioni ad opera del regime fascista.

Si deve ad uno stratagemma se la Pubblica Assistenza di Lerici riuscì a sopravvivere al fascismo.La sede fu infatti donata al Comune di Lerici che non accetto’mai la donazione e che permise quindi alla rinata associazione di riprendere l’ attività dopo la seconda guerra mondiale.

Fra i cimeli fatti pervenire all’associazione di Pubblica Assistenza di Lerici nel dopoguerra figura la bandiera della Pubblica Assistenza di San Terenzo, portante il motto “Humanitate”.

La lettura dei documenti prova il valore delle popolazioni dei nostri luoghi, capaci di grandi prove di solidarietà.Prova inoltre la capacità organizzativa e la capacita’ di coniugare i grandi principi di fraternità’ e di libertà attraverso l’unione delle forze.

Nell’immediato dopoguerra la Pubblica Assistenza di Lerici fu infatti una delle pochissime associazioni che partecipò a Milano alla rifondazione della Federazione Nazionale delle Associazioni di Pubblica Assistenza e soccorso, dopo la parentesi fascista.

Da dove poteva nascere tanta prontezza e tanta fiducia nell’avvenire? Certamente dalla pienezza dei valori ideali vissuti nella seconda metà dell’ottocento, e mai piegati nonostante la repressione.Durante la seconda guerra mondiale la sede venne utilizzata dalle forze armate come Ospedale Militare decentrato e ambulatorio medico militare.

La sede venne saccheggiata dopo l’otto settembre 1943 e quindi utilizzata da alcune famiglie, private dell’abitazione per causa dei bombardamenti.

E’ mancante la documentazione del primo periodo di riorganizzazione, ma certamente vi furono pressioni per continuare la vita associativa sotto l’egida della Croce Rossa Italiana.Dalla letture dei testi si scorgono i grandi temi della vita del nostro paese, vissuti dalle popolazioni del nostro comune anche attraverso l’attività di associazioni come le pubbliche Assistenze.

Eroismo e meschinità, compromessi e fedeltà ai principi, possono essere ravvisati di volta in volta.Così appare singolare il colore della croce dell’associazione di Lerici, “CROCE ROSSO-BIANCA” unica in campo nazionale.

Infatti “Croci Verdi” furono le croci di tendenza repubblicana, anarchica e socialista, “Croci Bianche” furono le croci di tendenza monarchica o conservatrice, “Croci d’Oro” le croci tendenti ad una concezione aristocratica del lavoro, le “Croci Turchine” le croci di derivazione contadina.

Attraverso il fluttuare del carattere degli uomini, rimangono pero’ sempre vivi, validi e presenti i principi fondamentali: SOLIDARIETA’ CON CHI SOFFRE; EGUAGLIANZA DI FRONTE AL DOLORE ED ALLA MORTE. Agli uomini d’oggi, come a quelli di ieri, è richiesto di schierarsi da una parte o dall’altra; dalla parte di chi combatte per coniugare la suddetta eguaglianza, o dalla parte di chi, per detta eguaglianza, non è disposto né a tirare fuori un quattrino, né una goccia del proprio sudore.

Tratto dalla storia delle cinque associazioni di pubblica assistenza nel comune di Lerici a cura di Enrico Calzolari